Tavolo Edilizia di Compagnia delle Opere

EDILIZIA PER L’ITALIA
Milano, Novembre 2014

Oltre il 10% del prodotto interno lordo dell’Italia deriva, tra nuove costruzioni e manutenzione del patrimonio esistente, dal settore edilizio. La crisi del comparto è, oggi, di tutta evidenza. Non si tratta, tuttavia, di una crisi solo economica. Il settore vive, in realtà, una crisi di identità e di missione. L’edilizia italiana sembra, infatti, avere dimenticato quanto ciò che ci circonda definisca noi stessi e il nostro approccio alla vita. Siamo il luogo in cui viviamo, le case che abitiamo, le fabbriche in cui lavoriamo.

Ed infatti:

  • il frequente pessimismo degli italiani è anche la conseguenza delle nostre città, caratterizzate spesso da periferie cupe, degradate ed isolate;
  • lo smarrimento dei lavoratori è anche l’esito delle nostre aree industriali, di sovente brutte ed inumane;
  • l’incertezza dei nostri figli è anche il frutto dell’assenza di rinnovamento o della totale mancanza di strutture e infrastrutture edilizie destinate alla creazione del lavoro.

In un’epoca di trasformazioni, quale quella che stiamo vivendo, va dunque ripensato il modo di concepire, progettare e realizzare nuovi manufatti o nuove infrastrutture.
All’Italia serve un radicale cambiamento del settore in grado di ricostituire un rapporto autentico tra l’uomo e ciò che realizza, di ricreare una corretta gerarchia delle funzioni, di perseguire obiettivi nuovi ed ambiziosi.

Dobbiamo, dunque:

  • ripensare le città come dimore accoglienti ed ospitali per gli uomini e le donne del nostro tempo;
  • limitare l’uso di suolo che ha ormai ampiamente raggiunto livelli di guardia;
  • tenere nel massimo conto il rischio sismico e il rischio idrogeologico del nostro Bel Paese;
  • raccogliere la sollecitazione dell’Europa che ci spinge, sempre di più, verso un’edilizia energeticamente indipendente, sostenibile, ecocompatibile e che assicuri comfort e benessere ai suoi fruitori.

Per questo lanciamo una nuova sfida. Una sfida che contemperi il benessere del nostro popolo, la bellezza della nostra storia, la difesa del nostro patrimonio ambientale e culturale. Per questo occorre fare. Non fermarsi. Partendo non solo e sempre dagli “altri”, ma, innanzitutto, dal cambiamento e dalla maturazione degli attori del sistema: imprese e professionisti. I protagonisti della nuova edilizia per l’Italia dovranno, sempre più, essere in grado di fare rete, di costituire aggregazioni stabili, di perseguire un elevato livello di formazione, di superare la polverizzazione di sviluppatori, costruttori e tecnici che non consente, spesso, una adeguata qualità delle proposte e una efficace penetrazione commerciale all’estero. A vantaggio dell’Italia, suggeriamo, quindi, di perseguire, fin da subito, cinque mutazioni “genetiche” del comparto.

Continua a leggere sul PDF

Commenta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>